Sono nata e cresciuta in Canada, a Toronto. Penso di essere l’unica fotografa canadese a Pitti! Ho iniziato a fotografare a 17 anni, nel 2010, quando ho frequentato un corso di fotografia in Europa, girando 6 paesi in un mese! Mi è piaciuto subito fotografare scorci di natura e le persone in modo spontaneo. Avevo in testa di lavorare nella moda e con i bambini, sono così fantasiosi e creativi. Dopo il corso ho iniziato a documentarmi su tutto quello che mi poteva servire:  fotografi, riviste, stilisti, stylist e ho scattato un servizio divertente con dei bambini che conoscevo. A 19 anni la prima esperienza importante: la passerella di Petite Parade a New York, da lì in poi ho iniziato a scrivere mail a tutti e a creare il mio networking, avevo bisogno di un portfolio per arrivare ad avere dei buoni lavori. Nel 2014 arrivano i primi lavori importanti: scatto per le collezioni ‘The Small Gatsby’ e ‘Hilda & Henri. Vado a Parigi e lavoro per ‘Lamantine’ e ‘Bleu come Girls’. Poi lavoro a Berlino, negli USA, a Toronto e scatto per Flik Flak, Baghera, Aigner, Sophie La Girafe, Bugatti, Naturino. Mi sento una fotografa da sfilata- e adoro quelle di Pitti Bimbo, lo faccio dal 2014, c’è una tale energia! Oggi non sono solo una fotografa, mi posso occupare della produzione, dello stilino, del casting, dei social.

Adoro lavorare con loro: sono sempre allegri, positivi, divertenti, ti fanno sempre sorridere. Naturalmente non è facile, ma mette energia. All’inizio dell’Università pensavo di diventare una maestra elementare, ma ho preferito dedicarmi alla moda e alla fotografia. Mi piace creare relazioni lunghe, ma anche conoscere persone nuove. Se posso scegliere scelgo di lavorare  per la strada, dove possono correre ed essere spontanei, in qualsiasi situazione o  anche  in montagna d’inverno.

I bambini erano tutti entusiasti e c’era una bella atmosfera. Ho preparato tre gruppi di capi scegliendo fra le tendenze del prossimo inverno a Pitti: college style, sportswear style, urban/streetwear style. Ho lasciato i bambini liberi di giocare insieme, di interagire, di conoscersi. All’inizio cerco di fare loro delle domande, di presentarli l’uno all’altro finché iniziano a giocare e a divertirsi. ‘Un, due, tre stella’ ‘Il telefono senza fili’ e ‘Simon says’ funzionano sempre.